Zazen: una serata speciale

Interessantissima ed alternativa serata all’AIK Budokan Milano. Per una sera infatti si lasciano a casa shinai, bokuto e bogu e ci si ritrova in abiti “borghesi” per una pratica dedicata alla meditazione zazen.

Seppure lo zazen sia parte integrante della pratica del kendo, molto rare sono le occasioni che consentano approfondimenti su questo specifico argomento.
Eccezionali ospiti del dojo per questa serata sono Tenun e Tensui che guidano il gruppo in un percorso che ha l’obiettivo di “svuotare” le nostre menti e dimenticare, anche per soli pochi istanti, le ansie, i problemi , gli impegni e gli affanni che riempiono i nostri pensieri quotidiani.

Senza troppe spiegazioni introduttive, che inizialmente potrebbero distoglierci dal nostro obiettivo, Tenun ci illustra brevemente alcuni principi alla base della meditazione.
Dopo qualche esercizio di scioglimento e rilassamento, per prima cosa ci invita a trovare una posizione seduta che sia comoda e che non ci procuri dolore. Il palmo della mano sinistra deve poggiarsi sulla mano destra. I pollici si devono avvicinare e sfiorarsi ma senza toccarsi.
Gli occhi, aperti, devo avere uno sguardo rivolto verso un punto indefinito che si raggiunge cominciando a guardarsi la punta del naso, incrociando quasi gli occhi, e sollevando lo sguardo verso l’alto.
Fondamentale è la respirazione. Si inspira col naso gonfiando la pancia e si espira con naso e bocca, sgonfiando l’addome. Questa è una posizione di rilassatezza ma allo stesso tempo anche di tensione. La concentrazione va raggiunta proprio in un equilibrio in cui, pur essendo ancorati ad un corpo, dobbiamo come dimenticarci di avere un corpo.

Tenun ci invita a focalizzare nel “terzo occhio” l’immagine di un fiore a nostra scelta. Per una ventina di minuti tutti i partecipanti sperimentano le difficoltà della meditazione zazen. L’atmosfera è di grande concentrazione, il silenzio viene rotto dai mantra recitati da Tenun e Tensui e dal rintocco della campana. Tenun poi, muovendosi alle nostre spalle, ci aiuta a liberarci dai 3 veleni (possesso, rabbia e giudizio), che sono gli elementi essenziali di ostacolo nel percorso di crescita spirituale, mediante un tocco delicato con un bastone su spalle e/o testa.

Al termine della seduta di meditazione, ci ritroviamo in cerchio per condividere quanto appena sperimentato. Poichè l’esperienza è strettamente personale e diversa da individuo ad individuo si ascolta il racconto di ogni partecipante per semplice condivisione, senza necessità di doverla giudicare o commentare. Tenun poi entra un po’ più nel merito del significato dello zazen e risponde alle numerose domande dei presenti. E’ interessante apprendere come lo zazen appena praticato sia una disciplina la cui origine, derivante dal buddismo, risalga a 1200 anni fa.

Tenun è un monaco buddista della scuola Shingon-Mikkyo. Si è trasferito in Giappone poco più che ventenne e ora continua a dividersi tra l’Italia e il Giappone. Lo ringraziamo per averci dedicato il suo tempo e per averci regalato un’esperienza unica. Naturalmente abbiamo approciato lo zazen in una maniera molto superficiale ma si è trattato comunque di qualcosa di straordinariamente interessante.

Se siete interessati ad approfondire la pratica dello zazen potete contattare direttamente Tenun via mail al seguente indirizzo:

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